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Lo Scudo di Perseo

Non credere, fanciullo, a chi ti dice che i miti sono morti, che le favole antiche non hanno più nulla da dire a noi uomini contemporanei, figli della Scienza e della Tecnica. È uno scontro fra Prometeo ed Icaro, fra il titano che non ha paura di rubare il sacro fuoco della conoscenza alle divinità per portarlo in mezzo agli uomini e l’eroe che quel fuoco lo vuole sentire sulla pelle, lo vuole vedere e conoscere da vicino senza rendersi conto che la sola operazione a cui siamo ammessi noi umani è l’Intuizione di quell’unità, possibile solo attraverso l’Arte e la Fede. 

 

I miti vengono dalla notte dei tempi, dal profondo della nostra essenza a mostrarci chi siamo. Lo fanno attraverso la Bellezza dell’Arte, della Poesia e della Musica, perché il nostro occhio non è fatto per sostenere l’orrore della Realtà.  La potenza della Bellezza è l’unica capace di interrogare l’uomo, di inquietarlo, senza pietrificarlo. La Bellezza, per sua natura, implica due azioni: la contemplazione e l’amore. Sono queste due operazioni a far sì che poi la Realtà possa essere accolta e, in ultima istanza, redenta, consegnandola ad un orizzonte di Senso in cui riposare. Come lo scudo di Perseo l’Arte è ciò che ci permette di contemplare la Realtà fuori dal Tempo e dallo Spazio, una “stanza del pensiero” dove i miti prendono vita. 

logo Laura
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